Lettura dell’opera

Ritratto di Dante

Autore: Sandro Botticelli;

Titolo: Ritratto di Dante;

Data di esecuzione: 1495;

 

Tecnica e supporto: Tempera  su tela;

Misure: 54,7X47,5 cm;

Collocazione: Ginevra, Svizzera. 


Genere pittorico a cui appartiene quest’opera è: ritratto.

 

Questo dipinto rappresenta Dante Alighieri e il suo profilo risalta in modo deciso  sullo sfondo chiaro  e uniforme. Secondo la moda dell’epoca, il poeta indossa un abito e, sopra un cappuccio bianco, un lucco, ossia un cappello tipico fiorentino, rossi. La testa è poi cinta da una corona di alloro. Possiamo vedere che Dante ha un naso adunco, il mento è prominente, le labbra sono sottili e ha tratti del viso spigolosi.

Le linee


Le linee sono piuttosto sottili e curve e delimitano la faccia e il busto di Dante, dando senso di tridimensionalità al disegno.


I colori 


I colori che vengono usati in questo dipinto sono il rosso per l’abito e il lucco, messi in risalto dalla cuffia bianca, dal verde molto intenso della corona di alloro e dal grigio dello sfondo privo di dettagli. Per la faccia viene usato un rosa intenso, la piccola ciocca di capelli che spunta da sotto il cappuccio è di colore marrone. I colori sono caldi e brillanti.


Lo stile


Lo stile di questo dipinto è rinascimentale.

Quali caratteristiche di questo dipinto sono tipiche del Rinascimento?

Il ritratto di personaggi importanti è uno dei soggetti più diffusi nella pittura del rinascimento. Tali personaggi venivano ritratti spesso di profilo e con espressione seria e pensosa.

Ricordiamo ad esempio il famoso ritratto di Giuliano De 'Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico, dipinto sempre dal Botticelli.

Oppure  il celeberrimo ritratto di Federico da Montefeltro, dipinto da Piero della Francesca.

 

Lettura dell opera:

La voragine infernale

 

Dati essenziali:


autore:Sandro Botticelli

datazione: 1480 - 1495

tecnica: punta d'argento e inchiostro su pergamena

misura: 32,5 cm x 47,5 cm

collocazione: Città del Vaticano - Roma

 

Descrizione: 

Nel dipinto viene illustrato l’Inferno:  una grande struttura a imbuto divisa in  nove “cerchi” concentrici che, partendo dall’alto con una grande estensione, vanno  sempre più a chiudersi verso il basso, dove si trova il centro della Terra. L’Autore illustra una sezione verticale del cono e i cerchi hanno l’aspetto di strati orizzontali sovrapposti dove risiedono gruppi di piccole figure. Nella parte superiore c’è una folta vegetazione e sotto è rappresentato un fiume. In tutti i gironi i dannati “corrono disperati ” e sembrano non essere i protagonisti. 

Nel quinto cerchio è presente un altro fiume. L’ultimo cerchio è così piccolo che è impossibile darne una rappresentazione ben distinta.

 

Le linee

Il disegno è definito principalmente con linee,più che con colori.

Le linee sono molto visibili;esse sono soprattutto spezzate, curve e sottili. 

I colori

Botticelli, per far risaltare le figure rappresentate, dipinge la struttura e le rocce di un tono marrone e giallo, così da contrapporre le figure in tinte molto chiare, di colore neutro. Altri colori principali sono: il verde,l’azzurro, il nero, il bianco,giallo,marrone, l’arancione,usati con diversa intensità.

Sono presenti colori neutri, ma l’immagine è basata prevalentemente su colori caldi, in particolare i colori bruni

Lo stile dell’ artista  

Lo stile è rinascimentale.

Quali sono gli elementi del disegno tipicamente rinascimentali?

Le figure umane e le rocce di sfondo sono estremamente tridimensionali grazie all'uso del chiaro scuro.


  

 

ricerca

E’ il primo dei tre regni dell’oltretomba visitato da Dante nel corso del viaggio, con la guida di Virgilio.

Dante lo descrive come un immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nella terra sotto la città di Gerusalemme, nell’ emisfero settentrionale.

Comincia a scrivere l’inferno, intorno nel 1307 dopo poco l’ esilio di Firenze.

L’inferno si forma con Lucifero che un giorno conduce una rivolta contro Dio ma fallisce e questo, ormai dannato, viene fatto precipitare giù dal cielo.

Cadendo sulla Terra il terreno si scansa: si apre un’immensa voragine che sarà appunto l’inferno.

Gerusalemme è la città a cui se ne accede.

L’ inferno ci parla di un viaggio che ha intrapreso in prima persona(Dante), quando si era smarrito nella selva oscura.

Sulla porta dell’Inferno c’è una scritta minacciosa di colore scuro, che preannuncia a chi l’attraversa le pene infernali, è impossibile tornare indietro; la porta è scardinata e permette un facile accesso, ciò in quanto Cristo trionfante dopo la resurrezione,la sfondò per andare nel Limbo(il cerchio infernale più estremo che ospita le anime dei pagani virtuosi e dei bambini morti senza battesimo).

L’inferno è diviso in nove cerchi, simili a delle cornici rocciose che circondano la parte interna della voragine, continuando verso il basso raggiungono il centro della Terra, dove è conficcato Lucifero e ospitano i vari dannati.

La città di Dite è il nome della zona oiù profonda dell’ inferno. C'è un Vestibolo,detto anche Antinferno, che è la zona dell’Inferno posta tra la porta e l'Acheronte(uno dei quattro fiumi che scorre tra l'Antinferno e il Limbo), che precede l’Inferno e non rientra in nessuno dei cerchi, ed è diviso da esso dall’Acheronte, dove i dannati vengono traghettati da Caronte sulla sua barca.

Dopo esser passati da lui, i dannati giungono davanti a Minosse (re e legislatore di Creta, figlio di Giove) custode del secondo cerchio.

Questo mondo, è pieno di bestie mitologiche, personaggi che Dante riprende nella letteratura classica, fiumi, boschi ecc…

Lo “schema” dei nove cerchi sono:

.Gerusalemme

.Vestibolo(quello all’esterno, detto antinferno).

.I cerchio(Acheronte e limbo): grandi e bambini non battezzati

.II cerchio(lussuriosi, che preferiscono l’ amore della vita rispetto a quella di Dio)

.III cerchio (golosi)

.IV cerchio(avari e prodighi)

.V cerchio (iracondi)

Mura della Città di Dite

.VI cerchio(eresiarchi):eretici

.VII cerchio(violenti): violenti suddivisi in tre gironi: violenti contro il prossimo(omicidi), violenti contro se stessi(suicidi),violenti contro Dio(bestemmiatori)

.VIII cerchio(malebolge, peccatori di frode)

.IX cerchio(cocito, traditori): traditori divisi in quattro zone: Caina(traditori dei parenti), Antenora(della patria),Tolomea(degli ospiti) e Giudecca(dei benefattori)

 

 

 

Lettura dell’ opera : 

Dante, guidato da Virgilio, offre consolazione alle anime degli invidiosi

 

autore: Hippolyte Flandrin

titolo: Dante, guidato da Virgilio, offre consolazione alle anime degli invidiosi

data: 1835

tecnica: Olio su tela

misure: 295 cm x 245 cm

collocazione: Museo di Belle Arti - Lione (Francia)


Descrizione:

L’opera raffigura una scena del Purgatorio ed è divisa in due parti: a destra si vedono Dante, che indossa una tunica rossa, un cappuccio e ha il capo cinto da una corona di alloro, e Virgilio vestito con una toga di colore bianco. La parte sinistra della tela è occupata dagli invidiosi e dalla roccia della montagna del Purgatorio, che riempie  più della metà della superficie dipinta. Gli invidiosi sono accasciati l’uno sull’altro, come se fossero stanchi e si lamentassero del loro destino. Essi sono appoggiati alla parete rocciosa e solo uno sembra non seguire questa regola: è un vecchio che confessa i suoi peccati a Dante, alzando la testa verso di lui. Il poeta , anche se è in piedi, si protende in avanti e lo ascolta con uno sguardo pieno di compassione. Virgilio, in piedi vicino a Dante, pare assistere impassibile a questa scena. Gli abiti degli invidiosi sono grigi e il pallore dei loro volti ricorda che sono morti.  Sullo sfondo il cielo azzurro, seppur nuvoloso, sembra contrastare con la luce tenue che illumina la scena raffigurata nella parte sinistra dell’opera. Nella parte destra il cielo è nuvoloso. Anche gli abiti di Dante e Virgilio sono ben illuminati. Il colore brillante della tunica di Dante ricorda a tutti che egli è vivo. Dietro ai due poeti, su una cornice della montagna si vedono altri peccatori.

Le linee

Le figure hanno linee di contorno ben definite. Esse sono  ondulate, curve per le figure umane. Per le montagne, invece, sono dritte e spezzate.


I colori prevalenti sono: il grigio, il blu i colori bruni ed il rosso.

C’è un forte contrasto tra il colore caldo della veste rossa del poeta ed i colori freddi circostanti.

 

Stile dell’artista:  Neoclassico

IL NEOCLASSICISMO E' UNA TENDENZA CULTURALE SVILUPPATASI NELLA SECONDA META' DEL '700 E PRIMA META' DELL'800.

L'ARTE GRECA E ROMANA E' PRESA A MODELLO DAGLI ARTISTI NEOCLASSICI.

ANCHE I SOGGETTI RAPPRESENTATI SONO SPESSO TRATTI DALLA MITOLOGIA GRECA E ROMANA



Gli invidiosi sono delle persone che mentre erano in vita guardavano le persone di malocchio(male).quando sono andate al purgatorio si sono pentiti di quello che avevano fatto, perciò continuano a piangere e nel mentre recitano delle preghiere evocando l’arcangelo Michele,san pietro e tutti gli altri santi. Dante definisce queste persone come delle ombre che indossano un panno ruvido ed unico in tinta unita. quando Dante vede che gli invidiosi avevano gli occhi cuciti da fil di ferro perché in vita non hanno mai guardato il prossimo si commuove fino a piangere. gli invidiosi sono appoggiati in una parete di roccia e chiedono l’elemosina , loro hanno prestato attenzione soltanto hai beni che possedevano e quelli che desideravano, così nell’ aldilà non potevano vedere la realtà con i loro occhi ma devono guardare con il cuore. dante è particolarmente arrabbiato nei confronti degli invidiosi, poiché era stato esiliato da firenze dai guelfi neri, perché erano gelosi di lui. tra di essi decise di metterci anche sapia senese che è stata condannata perchè ha tradito la sua patria ma prima di morire si è pentita perciò si trova al purgatorio e non all’ inferno 

 

Lettura dell’opera:

La barca di Dante

 

Autore: Eugène Delacroix

Titolo: La barca di Dante

Data di esecuzione: 1822

Tecnica: olio su tela

Misure: 189 x 246 cm

Collocazione: Museo del Louvre di Parigi

 


Descrizione:


Nel dipinto sono ritratti i peccatori che si agitano nell’acqua scura: le loro facce denotano una grande ira, infatti aggrediscono i compagni e mordono il legno della barca. Tre personaggi si trovano in piedi a bordo di una piccola imbarcazione che sobbalza violentemente sulle onde, sono Dante, Virgilio e Flegias Il personaggio a sinistra indossa un abito verde con un cappuccio rosso, quello al centro è avvolto in un mantello marrone e porta sul capo testa una corona d’alloro, la figura  quello a destra, ossia il conducente, è voltato di schiena e porta un mantello azzurro che copre, in parte, il suo corpo. Il personaggio a sinistra solleva le braccia e sembra turbato dalla vista dei corpi che emergono dall’acqua, mentre quello a destra gli afferra la mano sinistra come  per volerlo rassicurare. Sullo sfondo, a sinistra, oltre il corso d’acqua, si intravedono le mura di una città che sta bruciando. Lo sfondo è  rosso a sinistra e un blu scuro a destra.


Linee: 


I protagonisti Dante e Virgilio sono definiti da  linee sottili ma evidenti.  Tutti gli altri personaggi invece hanno bordi più sfumati, non definiti da linee di contorno.

Le linee sono prevalentemente curve e ciò rende la composizione ricca di movimento.

 

Colori:


Per questo dipinto sono stati utilizzati: iI blu, il rosso e diverse tonalità di colori bruni.


E’ evidente il contrasto tra i colori caldi e quelli freddi. In particolare si nota il contrasto tra il colore rosso acceso, dunque caldo, del copricapo di Dante e il blu brillante, dunque freddo, del tessuto che avvolge in parte il corpo di Flegias.

Stile: Romantico                           

IL ROMANTICISMO SI AFFERMA IN EUROPA INTORNO AL 1830. 

IL ROMANTICISMO RIVALUTA LA SFERA DEL SENTIMENTO, DELLA PASSIONE, DELLA IRRAZIONALITÀ.

 

Letteratura:


Dante e Virgilio arrivano di fronte alla porta su cui campeggiava una scritta terrificante: “lasciate ogne speranza voi ch’intrate”, era la porta dell’inferno, il primo dei tre regni dell’oltretomba, Dante lo descrive come un immensa voragine a forma di cono rovesciato. Giunti nei pressi del grande fiume Acheronte sulla cui sponda sono ammassate le anime dannate, vedono avvicinarsi Caronte, personaggio della mitologia classica figlio dell’Erebo e della notte, con un aspetto orribile e imponente allo stesso tempo: è un uomo vecchio coperto di barba bianca, con gli occhi circondati da fiamme, il suo viso è cupo, sporco, scuro e il suo carattere aspro. É un demone che fa salire sulla barca le anime dei defunti ma lascia sulla riva gli insepolti e grida loro minaccioso parole tremende: non potranno più rivedere il cielo e ricorda loro che li sta attendendo un mondo fatto per sempre di tenebre ed ogni pena possibile. Caronte si rivolge poi a Dante e lo invita ad andarsene essendo ancora vivo, ma Virgilio sblocca la situazione dicendo che il viaggio di Dante è voluto da Dio, a queste parole Caronte non può far altro che rassegnarsi e accompagnare i due personaggi verso l’altra sponda.

 I dannati si gettano dalla riva alla barca proprio     come le foglie cadono dagli alberi in autunno, e la loro risposta al gesto del nocchiero di colpire con il remo le anime che attardano, ricorda la reazione di un uccello da richiamo al fischio del cacciatore.

Sull’Acheronte è tutto un va e vieni, quando l’imbarcazione guidata da Caronte ha quasi raggiunto la riva di destinazione, su quella opposta si è già accalcata una fila di dannati pronti per essere traghettati che intanto erano sbiancati. I greci credevano poi che al defunto servisse una moneta per pagare il nocchiero del suo servizio e così gliela ponevano sulla bocca.

 

LETTURA DELL’OPERA


Dante col libro della Commedia  

(La Divina Commedia illumina Firenze)   

 
Autore: Domenico di Michelino           .                        


Dati di esecuzione:1465


Tecnica e supporto: tempera su tela


Misure: 232 x 292 cm


Collocazione: Cattedrale di Santa Maria del Fiore;

                       Firenze


DESCRIZIONE DELL’OPERA:


L’opera ha una forma rettangolare e rappresenta il poeta fiorentino Dante che, al centro, in piedi, vestito con una tunica rossa, il cappuccio dello stesso colore e con in testa la corona d’alloro, tiene nella mano sinistra un libro aperto, la Divina Commedia, e con la destra indica il mondo ultraterreno raccontato nell’opera. In basso a sinistra, attraverso una porta laterale, si entra nell’Inferno, una profonda  voragine dove ci sono i dannati, accolti da terribili demoni. Alle sue spalle si innalza la montagna del Purgatorio, sulla cui cima si vede il Paradiso terrestre e le figure nude di Adamo ed Eva.  Attraverso una lunga strada,  infine, al Paradiso, che accoglie coloro che hanno espiato le loro colpe e possono dunque arrivare al cospetto di Dio. Nella parte alta del dipinto, fanno da chiusura alla scena le fasce curve che indicano i Cieli del Paradiso.

A destra si intravedono palazzi, chiese, una cattedrale con una gigantesca cupola, torri e poderose mura che circondano una grande città: è Firenze, la patria di Dante.

Dal libro si irradiano raggi di colore oro, che vanno in direzione di Firenze, verso la quale guarda anche il poeta con l’intenzione di celebrarla.

 

LE LINEE

Le figure sono contornate da linee.

Le linee sono: sottili, ben definite e curve.

 

I COLORI

I colori prevalenti sono : il bianco, il nero, l’azzurro, il rosso ed i colori bruni. 

I colori sono per lo più caldi, tranne il bianco della montagna del Purgatorio e l’azzurro del cielo.

In particolare evidenziamo il contrasto tra il colore freddo dell’azzurro ed il colore caldo della veste.

 

LO STILE

Lo stile è rinascimentale.

Quali elementi sono tipici del Rinascimento?

La profondità della scena, la  rappresentazione prospettica delle architetture e l’uso del chiaroscuro per accentuare la tridimensionalità dei personaggi.

Non è  Rinascimentale la scelta del pittore di rappresentare il protagonista sproporzionatamente grande rispetto alle architetture ed agli altri personaggi.

 

 

L’Amore Di Dante:


L’8 Marzo festeggiamo il nostro poeta italiano Dante Alighieri,’e un monumento dipinto’. la città di Firenze e l'allegoria della Divina Commedia”.è forte la presenza della donna nella poesia di Dante e numerose le figure femminili nella Divina Commedia: da Francesca a Lucia, da Pia de' Tolomei a Piccarda Donati. Un universo carico di umanità,una presenza verso cui Dante dimostra sempre ammirazione e rispetto. Figure sospese tra cronaca e immaginazione, donne che Dante rende uniche nella grandezza più alta della poesia. In questo denso immaginario è tuttavia Beatrice la creatura che rappresenta in modo sorprendente e affascinante l'idea di donna del grande fiorentino. Beatrice è da lui considerata meraviglia delle meraviglie, “venuta dal cielo in terra a miracol mostrare”.

 Beatrice di cui Dante scrive nella Commedia è figlia di Folco Portinari, nata a Firenze nel 1266, morta poco dopo il matrimonio, per complicazioni da parto, a soli 24 anni. Dante l'aveva incontrata in chiesa all'età di nove anni e poi nuovamente a diciotto, creatura terrena che aveva suscitato nell'animo del poeta un sentimento che non si sarebbe mai spento,prefigurando il passaggio dal saluto alla salvezza,quando la giovane si trasforma in creatura angelicata.L'incontro con Beatrice è l'evento che illumina la vita di Dante e la sua poesia.Quando si innamorò di ella gli influenzò tutta la sua vita,anche se Beatrice non è la donna sposata da Dante.

Nei tre regni dell'oltretomba descritti nella Commedia Beatrice è la vera e unica guida del Poeta,è lei che intercede per lui scendendo nel Limbo per pregare Virgilio di avere cura di Dante, e lo soccorre nei momenti pericoli.

 

    LETTURA DELL’OPERA:


Il ritratto di Pia de’ Tolomei


AUTORE: GABRIEL ROSSETTI


TITOLO: PIA DE’ TOLOMEI


DATA DI ESECUZIONE: 1868


TECNICA E SUPPORTO: Olio su tela


MISURE: 105,4 x 120,6 cm.


COLLOCAZIONE: Siena


DESCRIZIONE DEL QUADRO: 


Nel dipinto  “Pia de’ Tolomei” è raffigurata  una donna che è seduta in un giardino. 

Ella ha un aspetto angelico: ha i capelli di un arancio scuro, la sua carnagione è molto chiara, la testa, con una folta massa di capelli fulvi, è china, il suo sguardo pare perso nel vuoto e ha un’espressione triste e malinconica. 

Indossa un abito lungo  che assomiglia a una tunica, le mani sono intrecciate e, in evidenza, vi è un anello con una pietra di colore rosso fiammante. 

Sullo sfondo dell’opera, in alto a sinistra, appaiono grandi uccelli che volano verso la liberta’, per  scappare dall’inferno e mettersi in salvo vicino a dio.

 in lontananza tra l’inferno e il paradiso si può vedere un piccolo sentiero che porta a una casetta, che non sembra molto accogliente ma sembra un ponte che non abbia,vie d’uscita e l’unico  aiuto che ti viene dato e’ un mantello rosso che ti puo’ portare in salvo. dietro di essa c'è un enorme muro, brutto,pieno di foglie  e rami che spuntano da tutte le parti anche se inizialmente vedendo l’immagine di questo muro si può dire che  dà un senso di armonia e pace. 

poco piu’ distante dal muro si puo’ intravedere una piccola roccia coperta in gran parte dalle piante e dalle foglie  e  una piccola parte da nastrini rosa  che ha al collo la ragazza. 


LE LINEE:

In questo dipinto sono molto ben visibili i bordi della figura femminile di tutti gli elementi da cui è circondata(le foglie,gli uccelli ecc…)

Le linee sono sottili,curve e spezzate e di conseguenza rendono l’immagine dinamica.


I COLORI:

i colori principali sono il verde, il rosso e i colori bruni,in particolare l’oro\arancione della veste.Quindi l’opera ha prevalentemente colori caldi.


LO STILE: Lo stile è Preraffaellita, uno stile nato in Gran Bretagna a metà del 1800.

 


PIA DE’ TOLOMEI:

 


Pia de’ Tolomei è nata a Siena nella seconda metà del 1200, essa, è stata data in sposa a Nello d’inghiramo dei Pannocchieschi.  

Lei era vittima di un’ infelice vita coniugale, ed essa e’ stata assassinata ad opera del marito che la fece precipitare da una finestra del suo maniero (dimensione ridotta a un castello con fortificazioni meno importanti), dopo averla reclusa a causa,  della scoperta di un tradimento da parte di lei. 

Dante Alighieri   include Pia  tra i morti per forza  e i  peccatori fino all’ultima ora, attendendo il  secondo balzo dell’antipurgatorio:  Lei  prende la parola dopo Bonconte da Montefeltro e dopo pochi versi di dolcezza, lei  si rivolge a Dante e gli chiede ricordati di me dopo che sarò  tornata nel mondo e che avro’ riposato per il lungo cammino. Su di essa sono stati scritti molti libri, che raccontavano fatti storici e tradizioni popolari dell’antica Toscana.

 

 

Lettura dell’opera :                     Vergine madre

Dati essenziali 

Autore: Gustave Dorè 

Titolo: Vergine Madre 

Data di esecuzione:1855

Tecnica: Incisione

 


 


 

Descrizione dell’opera

In primo piano si vedono dieci angeli che sono seduti sulle nuvole e indossano delle tuniche . In secondo piano, al centro, campeggia la figura della Vergine Madre, che ha i capelli lunghi e ricci e il capo cinto da una corona. Anche la Santa Vergine è seduta sulle nuvole , indossa una tunica e tiene le mani in posizione di preghiera. Lo sfondo è riempito da moltissimi angeli che hanno lo sguardo rivolto su di Lei. Questa è ’una stampa, pertanto non ha misure fisse.


Le linee 

Si vedono le linee di contorno?

Le linee all’interno del dipinto formano i contorni delle figure rappresentate: sono linee curve, regolari e sottili ma evidenti. 

Queste linee suggeriscono un delicato movimento.


I colori 

I colori principali utilizzati per realizzare questa immagine sono soltanto due: il bianco e il nero,quindi l’artista ha utilizzato solo colori neutri .

Il contrasto è dato dalla maggiore o minore luminosità. 

Infatti ci sono delle zone particolarmente scure, come il centro dove è rappresentata la Vergine Madre e i lati  destro e sinistro, e zone chiare come le nuvole e lo sfondo.


Lo stile dell’artista 

Lo stile dell’opera è romantico.

IL ROMANTICISMO SI AFFERMA IN EUROPA INTORNO AL 1830.

 IL ROMANTICISMO RIVALUTA LA SFERA DEL SENTIMENTO, DELLA PASSIONE, DELLA IRRAZIONALITÀ.

 

 

L’empireo

L'empireo è il decimo e ultimo cielo a partire dalla terra, in cui hanno sede dio e gli angeli. A differenza di tutti gli altri cieli esso coincide con la mente di dio e non è quindi un corpo materiale, né è governato da alcun angelo; si trova al di fuori del tempo e dello spazio (spiega Dante che non hanno valore le normali leggi fisiche). E’ Beatrice a informare Dante che sono appena usciti dal primo mobile (nono cielo del paradiso a partire dalla terra) e sono entrati nel ciel ch’è pura luce, dove il poeta vedrà gli angeli beati. Dante è subito avvolto da una luce vivissima che all’inizio gli impedisce di vedere, solo successivamente sarà in grado di vedere un fiume di luce . Beatrice gli spiega che tutto ciò che vede non corrisponde alla realtà e che vedrà solo dopo aver bevuto solo un po’ di quell’acqua. Beatrice abbandona Dante e ora accanto a lui c’è Bernardo di Chiaravalle. 

 

 

canto XXXIII:

Si apre con la meravigliosa preghiera  di San Bernardo alla Vergine; è un inno di lode con cui esalta la più alta tra le creature, la madre di Gesù. Invoca la protezione di Maria per Dante, finchè resterà sulla terra. La Vergine, che ha tenuto gli occhi fissi su San Bernardo, ora si volge verso dio. San Bernardo invita Dante a volgere lo sguardo verso la Vergine Madre e il poeta confessa che ciò che ha visto che va al di là di ogni possibilità umana; si rivolge così a dio affinché gli consenta di provare a narrare ai posteri (a chi verrà al mondo molto tempo dopo di lui) ciò che ha visto. Dante prova così a spiegare la visione della Trinità e improvvisamente è colpito da un fulgore divino che gli svela la verità.

Si conclude così il cammino di Dante.
Lascia a tutti noi un meraviglioso racconto del viaggio che ha fatto attraversando i secoli.