EDVARD MUNCH


EDVARD MUNCH È UN PITTORE NORVEGESE, VISSUTO TRA LA SECONDA METÀ DELL'800 E LA PRIMA DEL 900.

È CONSIDERATO IL PRECURSORE ( OSSIA UN IMPORTANTE ANTICIPATORE ) DELL'ESPRESSIONISMO.

HA CREATO IMMAGINI ESASPERATE DAI COLORI INNATURALI E DALLE FORME  FLUIDE E IMPRECISE, CON PERSONAGGI DEFORMI E SPESSO ALLUCINATI.

MUNCH  DUNQUE RIBALTA L'IMPRESSIONISMO, FISSANDO SULLA TELA NON L'IMPRESSIONE DELLA REALTÀ ESTERNA MA L'ESPRESSIONE  DI QUELLA INTERIORE, COMUNICANDO LA PROPRIA INQUIETUDINE E, PIÙ IN GENERALE , L'ANGOSCIA E LA SOLITUDINE DELL'UOMO MODERNO.

EGLI HA DIPINTO MOLTE OPERE, LA PIÙ NOTA È 'L'URLO'.

«Mi ricordo benissimo, era l’estate del 1893. Una serata piacevole, con il bel tempo, insieme a due amici all’ora del tramonto. […] Cosa mai avrebbe potuto succedere? Il sole stava calando sul fiordo, le nuvole erano color rosso sangue. Improvvisamente, ho sentito un urlo che attraversava la natura. Un grido forte, terribile, acuto, che mi è entrato in testa, come una frustata. D’improvviso l’atmosfera serena si è fatta angosciante, simile a una stretta soffocante: tutti i colori del cielo mi sono sembrati stravolti, irreali, violentissimi. […] Anch’io mi sono messo a gridare, tappandomi le orecchie, e mi sono sentito un pupazzo, fatto solo di occhi e di bocca, senza corpo, senza peso, senza volontà, se non quella di urlare, urlare, urlare… Ma nessuno mi stava ascoltando: ho capito che dovevo gridare attraverso la pittura, e allora ho dipinto le nuvole come se fossero cariche di sangue, ho fatto urlare i colori. Non mi riconoscete, ma quell’uomo sono io.»
Così il pittore Edvard Munch racconta il fatto reale all’origine della sua opera più celebre, emblema di tutto il Novecento, Il grido (nota anche come L’urlo).

E. Munch, Il grido, 1895, Museum of Modern Art (MoMA), New York City, NY, US – Wikiart

DESCRIZIONE:


IN PRIMO PIANO, UN UOMO, IL PITTORE, SI STRINGE LA TESTA FRA LE MANI MENTRE EMETTE UN URLO SPAVENTOSO. TANTA È LA SOFFERENZA, CHE IL SUO VOLTO SEMBRA TRASFORMARSI IN UN TESCHIO.

EGLI È SU UN PONTE.

DIETRO DI LUI CI SONO 2 SUOI AMICI: LE LORO FIGURE SEMBRANO LONTANE, PERCHÉ IL PARAPETTO DEL PONTE HA UNA PROSPETTIVA MOLTO ACCENTUATA.

QUESTA LONTANANZA DEGLI AMICI SOTTOLINEA LA SOLITUDINE E L'ANGOSCIA DEL PROTAGONISTA.

SULLO SFONDO CI SONO LE ACQUE VORTICOSE DI UN FIORDO. IL CIELO AL TRAMONTO, È STRIATO DI NUBI ROSSE. LA NATURA APPARE OSTILE.

La deformazione del corpo umano, come del paesaggio, ha raggiunto qui un limite fino ad allora sconosciuto alla pittura. L’essere che vediamo frontalmente in primo piano, infatti, ha poco di umano: la sua sagoma è flessuosa e molle come quella di uno spettro, priva di scheletro e di consistenza. Al posto della testa vi è un enorme cranio, che ricorda una maschera o un teschio, deformato in un urlo insostenibile, così forte da trasfigurare tutta la natura. Le narici sono mostruosamente ridotte a due fori, gli occhi sbarrati,  la bocca è spalancata in uno spasmo innaturale.  L’uomo urla tenendosi le mani strette sulle orecchie come per attutire il suono del grido, che si propaga in terrificanti onde sonore che investono il cielo, la terra e il mare, dando loro l’aspetto di pieghe convulse e vorticose. È come se l’urlo riuscisse a espandersi nell’aria e nell’acqua. Un suono che ha il potere di deformare la natura, ma che implode muto e impotente, restando sordo e inavvertibile dagli altri, i quali rimangono impassibili, chiusi nell’involucro delle proprie impermeabili individualità.

 




INFATTI MUNCH NON È INTERESSATO A RAPPRESENTARE LA REALTÀ COME SI MOSTRA AI NOSTRI OCCHI; EGLI VUOLE RAPPRESENTARE L'ANGOSCIA DELL'UOMO, LA SUA PROFONDA SOLITUDINE.

LE FIGURE DIPINTE DA MUNCH , OLTRE AD ESSERE  INQUIETANTI, HANNO ANCHE FORME MOLTO SEMPLIFICATE ED I COLORI SPESSO NON SONO QUELLI DEL MONDO REALE.

 munch danza

LA DANZA DELLA VITA , 1889-1900. OLIO SU TELA, 125×191 CM. GALLERIA NAZIONALE DI OSLO.

È UN DIPINTO CHE RAPPRESENTA LA FESTA DI METÀ ESTATE CHE SI SVOLGE IN UNA LOCALITÀ DELLA NORVEGIA. IL VERO TEMA PERÒ È QUELLO DELLE TRE ETÀ DELLA VITA . LA DONNA IN BIANCO RAPPRESENTA LA GIOVINEZZA,  QUELLA IN ROSSO RAPPRESENTA L'ETÀ DI MEZZO E  LA DONNA IN NERO RAPPRESENTA LA VECCHIAIA. DUNQUE IL COLORE È USATO IN MODO SIMBOLICO.

 

 

LE DOMANDE CHE GUIDANO IL MIO STUDIO

  1. Di che nazionalità è il pittore Munch?
  2. Cosa ha voluto esprimere nel dipinto 'L'urlo'?